Luc Gwiazdzinski est géographe, enseignant-chercheur en aménagement et urbanisme à l’Université de Grenoble au laboratoire Pacte UMR 5194 CNRS-IEP-UJF-CNRS, responsable du Master Innovation et Territoires et Président du Pôle des arts urbains. Il oriente depuis des années ses recherches et projets sur la ville, l'innovation ouverte, les temps et les mobilités.
jeudi 26 décembre 2013
Luc Gwiazdzinski , Géographe: Exploration de la nuit de Milan, Corriere della Se...
Luc Gwiazdzinski , Géographe: Exploration de la nuit de Milan, Corriere della Se...: IL PROGETTO INSIEME AI COLLEGHI DI GRENOBLE HANNO ASCOLTATO CHI VIVE MILANO AL BUIO Maxistudio del Politecnico per leggere la città di...
Design urbain nocturne. Recherche UJF Grenoble / Politecnico de Milano, Corriere della Sera, 23 décembre 2013
RICERCA DI UNIVERSITARI E DOCENTI MILANESI E DI GRENOBLE. «CRITICITÀ IN AUMENTO PIÙ CI SI ALLONTANA DAL CENTRO»
Milano di notte? Si «spegne»
Poco illuminata e trasporti carenti. Ma ha grandi potenzialità
La Milano di notte è ancor più divisa tra centro e periferia. È un puzzle incompleto, con cesure che sembrano insormontabili tra due mondi che non comunicano. È luogo di forti contrasti, che la gente avverte come poli positivi (Navigli) e negativi (periferie). La notte è un test importante, visto che ormai siamo alle porte di Expo, anche per i mezzi pubblici. Chi vive la notte, anche per necessità perché lavora, è costretto a ricorrere a mezzi privati. Ecco l?immagine della metropoli che emerge della prima traversata notturna, realizzata da 60 allievi dell?Università di Grenoble e della Scuola di Design del Politecnico.
(23 dicembre 2013) - Corriere della Sera
http://archiviostorico.corriere.it/2013/dicembre/23/Milano_notte_spegne__co_0_20131223_b9ac1266-6b99-11e3-aae0-b40b93ecc03b.shtml
Milano di notte? Si «spegne»
Poco illuminata e trasporti carenti. Ma ha grandi potenzialità
La Milano di notte è ancor più divisa tra centro e periferia. È un puzzle incompleto, con cesure che sembrano insormontabili tra due mondi che non comunicano. È luogo di forti contrasti, che la gente avverte come poli positivi (Navigli) e negativi (periferie). La notte è un test importante, visto che ormai siamo alle porte di Expo, anche per i mezzi pubblici. Chi vive la notte, anche per necessità perché lavora, è costretto a ricorrere a mezzi privati. Ecco l?immagine della metropoli che emerge della prima traversata notturna, realizzata da 60 allievi dell?Università di Grenoble e della Scuola di Design del Politecnico.
(23 dicembre 2013) - Corriere della Sera
http://archiviostorico.corriere.it/2013/dicembre/23/Milano_notte_spegne__co_0_20131223_b9ac1266-6b99-11e3-aae0-b40b93ecc03b.shtml
mercredi 25 décembre 2013
Traversée de Milan la nuit, Article du Corriere della Sera, 25 décembre 2013
Esplora il significato del termine:
LA RICERCA REALIZZATA DA STUDENTI DEL POLITECNICO E DELL’UNIVERSITÀ DI GRENOBLE
La notte di Milano? Critica in periferia
Strade poco illuminate, mezzi pubblici scarsi
Doppia velocità «Il centro vive, le zone decentrate non hanno fatto il salto di qualità. Quartieri dormitorio»
La Milano di notte è un’immagine color seppia, come quella delle vecchie foto dimenticate in un cassetto (GUARDA LA SCHEDA). È un puzzle incompleto, con cesure che sembrano insormontabili tra periferia e centro - due mondi che non comunicano -. È luogo di forti contrasti, che la gente avverte come poli positivi (Navigli) e negativi (periferie). La notte è una cartina di tornasole che permette di verificare come il patrimonio architettonico - chiese, palazzi, monumenti, parchi - non sia valorizzato. Ed è un test importante, quasi alle porte di Expo, sui mezzi pubblici, che a mezzanotte si trasformano in zucche, come nella fiaba di Cenerentola e costringono chi vive la notte, anche per necessità perché lavora, a ricorrere a mezzi privati.
Inchiesta su Milano di notte
VIAGGIO NELLA MILANO BY NIGHT - Questo, in sintesi, è il resoconto della prima traversata notturna, realizzata da 60 allievi del Master «Innovazione e Territorio» dell’Università Joseph Fourier di Grenoble e della Scuola di Design del Politecnico di Milano che ha permesso di scannerizzare una cinquantina di chilometri di città attraverso quattro diversi itinerari: dal Forum di Assago e dall’ospedale San Carlo a piazza Duomo, lungo la cerchia dei Bastioni, da Lambrate all’Isola passando sotto la Madonnina. Sessanta persone hanno camminato per otto ore, dalle 22 alle 6 del mattino, interrogando 400 persone incontrate nella notte e visitando 800 luoghi di Milano.
NUOVA TRAVERSATA A PRIMAVERA - Una seconda traversata seguirà tra la prossima primavera-estate, quando l’istantanea cambierà naturalmente i colori, per effetto naturale, e poi una terza, prima di Expo, come spiega Gianni Ravelli, docente del Politecnico, che con Luc Gwiazdzinski, direttore del Master all’università di Grenoble, ha realizzato il primo viaggio notturno milanese. Cominciamo dai lati positivi: la notte milanese è stata «accogliente» per i partecipanti che hanno ricevuto pochissimi rifiuti a parlare da parte dei milanesi, e parla francese grazie a una forte presenza di gruppi africani - Camerun, Burundi, Tunisia, Congo - e nei caffè e locali aperti fino a tardi e nelle residenze universitarie.
IL NEO DEI TRASPORTI PUBBLICI - In testa alle criticità, invece, ci sono i trasporti pubblici: la metropolitana chiude presto e chi viaggia teme le lunghe attese tra un mezzo e l’altro. Al secondo posto, c’è l’illuminazione. Quella stradale è pensata per le auto e non per i pedoni, amplifica l’effetto «città fantasma», è «disordinata, non gerarchica, in base all’importanza dei monumenti, e di vecchia concezione - al sodio -», scrivono gli autori del tour notturno, «così da rendere gli spazi estranei e non rassicuranti». E, poi, a fare da contrasto, ecco le luci sparate, violente e fredde nei nuovi quartieri delle torri-grattacielo.
DUE CITTA’: CENTRO E PERIFERIA - Del report di questo primo viaggio colpisce come i cittadini vedano non una ma due città, che non comunicano: centro e periferia. Due città con forti diseguaglianze, non solo per l’illuminazione, ma per i servizi, i negozi, i trasporti. Non c’è offerta di convivialità ma neppure una toilette senza pagare. Non c’è un luogo pubblico vivibile e vissuto. I «nuovi edifici del potere economico e commerciale sorgono isolati e arroganti, senza tenere conto del contesto», piccole imitazioni anche in periferia di Piazza Affari. Poche le informazioni sull’offerta notturna di esercizi aperti, orari, manifestazioni, «per una città che sembra più attenta a gestire la sua immagine per gli stranieri che per gli abitanti».
LUCI E PANCHINE - Città grigia di giorno, spenta o spettrale di notte, dove è la pubblicità con i suoi schermi immensi ad occupare ogni spazio. E, infine, curioso il capitolo graffiti. «I milanesi, tutti quelli interpellati, condannano le tag sui pali della luce, sulle porte delle case, che considerano graffiti da combattere, promuovono i murales», conclude Gianni Ravelli. E chiedono piccole cose, oltre alla luce: una panchina per sostare e musei che non chiudano troppo presto.
25 dicembre 2013
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_23/notte-milano-critica-periferia-strade-poco-illuminate-mezzi-pubblici-scarsi-1de63b96-6ba7-11e3-82ae-77df18859bd6.shtml
LA RICERCA REALIZZATA DA STUDENTI DEL POLITECNICO E DELL’UNIVERSITÀ DI GRENOBLE
La notte di Milano? Critica in periferia
Strade poco illuminate, mezzi pubblici scarsi
Doppia velocità «Il centro vive, le zone decentrate non hanno fatto il salto di qualità. Quartieri dormitorio»
La Milano di notte è un’immagine color seppia, come quella delle vecchie foto dimenticate in un cassetto (GUARDA LA SCHEDA). È un puzzle incompleto, con cesure che sembrano insormontabili tra periferia e centro - due mondi che non comunicano -. È luogo di forti contrasti, che la gente avverte come poli positivi (Navigli) e negativi (periferie). La notte è una cartina di tornasole che permette di verificare come il patrimonio architettonico - chiese, palazzi, monumenti, parchi - non sia valorizzato. Ed è un test importante, quasi alle porte di Expo, sui mezzi pubblici, che a mezzanotte si trasformano in zucche, come nella fiaba di Cenerentola e costringono chi vive la notte, anche per necessità perché lavora, a ricorrere a mezzi privati.
Inchiesta su Milano di notte
VIAGGIO NELLA MILANO BY NIGHT - Questo, in sintesi, è il resoconto della prima traversata notturna, realizzata da 60 allievi del Master «Innovazione e Territorio» dell’Università Joseph Fourier di Grenoble e della Scuola di Design del Politecnico di Milano che ha permesso di scannerizzare una cinquantina di chilometri di città attraverso quattro diversi itinerari: dal Forum di Assago e dall’ospedale San Carlo a piazza Duomo, lungo la cerchia dei Bastioni, da Lambrate all’Isola passando sotto la Madonnina. Sessanta persone hanno camminato per otto ore, dalle 22 alle 6 del mattino, interrogando 400 persone incontrate nella notte e visitando 800 luoghi di Milano.
NUOVA TRAVERSATA A PRIMAVERA - Una seconda traversata seguirà tra la prossima primavera-estate, quando l’istantanea cambierà naturalmente i colori, per effetto naturale, e poi una terza, prima di Expo, come spiega Gianni Ravelli, docente del Politecnico, che con Luc Gwiazdzinski, direttore del Master all’università di Grenoble, ha realizzato il primo viaggio notturno milanese. Cominciamo dai lati positivi: la notte milanese è stata «accogliente» per i partecipanti che hanno ricevuto pochissimi rifiuti a parlare da parte dei milanesi, e parla francese grazie a una forte presenza di gruppi africani - Camerun, Burundi, Tunisia, Congo - e nei caffè e locali aperti fino a tardi e nelle residenze universitarie.
IL NEO DEI TRASPORTI PUBBLICI - In testa alle criticità, invece, ci sono i trasporti pubblici: la metropolitana chiude presto e chi viaggia teme le lunghe attese tra un mezzo e l’altro. Al secondo posto, c’è l’illuminazione. Quella stradale è pensata per le auto e non per i pedoni, amplifica l’effetto «città fantasma», è «disordinata, non gerarchica, in base all’importanza dei monumenti, e di vecchia concezione - al sodio -», scrivono gli autori del tour notturno, «così da rendere gli spazi estranei e non rassicuranti». E, poi, a fare da contrasto, ecco le luci sparate, violente e fredde nei nuovi quartieri delle torri-grattacielo.
DUE CITTA’: CENTRO E PERIFERIA - Del report di questo primo viaggio colpisce come i cittadini vedano non una ma due città, che non comunicano: centro e periferia. Due città con forti diseguaglianze, non solo per l’illuminazione, ma per i servizi, i negozi, i trasporti. Non c’è offerta di convivialità ma neppure una toilette senza pagare. Non c’è un luogo pubblico vivibile e vissuto. I «nuovi edifici del potere economico e commerciale sorgono isolati e arroganti, senza tenere conto del contesto», piccole imitazioni anche in periferia di Piazza Affari. Poche le informazioni sull’offerta notturna di esercizi aperti, orari, manifestazioni, «per una città che sembra più attenta a gestire la sua immagine per gli stranieri che per gli abitanti».
LUCI E PANCHINE - Città grigia di giorno, spenta o spettrale di notte, dove è la pubblicità con i suoi schermi immensi ad occupare ogni spazio. E, infine, curioso il capitolo graffiti. «I milanesi, tutti quelli interpellati, condannano le tag sui pali della luce, sulle porte delle case, che considerano graffiti da combattere, promuovono i murales», conclude Gianni Ravelli. E chiedono piccole cose, oltre alla luce: una panchina per sostare e musei che non chiudano troppo presto.
25 dicembre 2013
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_23/notte-milano-critica-periferia-strade-poco-illuminate-mezzi-pubblici-scarsi-1de63b96-6ba7-11e3-82ae-77df18859bd6.shtml
Exploration de la nuit de Milan, Corriere della Sera, 16 décembre 2013
IL PROGETTO INSIEME AI COLLEGHI DI GRENOBLE HANNO ASCOLTATO CHI VIVE MILANO AL BUIO
Maxistudio del Politecnico per leggere la città di notte
Partendo dalle periferie e un professore come guida
Sarà presto disponibile una radiografia della Milano notturna, dei sogni di chi la vive come quasi unica dimensione, perché di notte lavora, di chi la usa come luogo di divertimento, di chi la subisce, perché la dimensione più normale della notte è quella del tempo del riposo. Una sessantina tra studenti del corso di Scenografie di luce di Gianni Ravelli, della Scuola di design Politecnico di Milano, e studenti nonché ricercatori e collaboratori di Luc Gwiazdzinski, direttore del master Innovazione e territorio dell?Università Joseph Fourier di Grenoble, sabato notte, hanno compiuto a piedi l?attraversata della metropoli, partendo da quattro diverse periferie: Forum di Assago -Duomo, via Navigli, Colonne di San Lorenzo; Ospedale San Carlo-Duomo, via piazzale Aquileia e Castello; la cerchia dei Bastioni; Lambrate, Politecnico-Piazza Duomo - piazza Gae Aulenti- Isola. Milano è così diventata parte integrante di un laboratorio di idee che ha già «scannerizzato» cento metropoli d?Europa. Il professor Gwiazdzinsk, che nasce come geografo, sintetizza così il senso del progetto: «La notte ha molte cose da dire al giorno. Nella notte si sviluppano saperi particolari. La notte è come una compagna». Eccoci all?appuntamento prima in piazza Duomo con i quattro gruppi di marciatori della notte, poi al quarto itinerario, partenza dalla Stazione Lambrate, intervistando uomini e donne che vivono le più diverse dimensioni della notte, dal taxista al tramviere, dal panettiere all?infermiera, per finire con i protagonisti della movida. «La notte è occasione di pensare». Per esempio alla nuova tettoia che di giorno, nella fretta di un pendolare, neppure si nota mentre a notte fonda, illuminata come un albero di Natale, calamita gli sguardi. «Le donne sono escluse dalla notte, la temono, si sentono insicure, i mezzi pubblici sono pochi, la luce è poca». Il professore va dritto al cuore del problema: «Se la politica non si interessa della notte, mette le persone più fragili in posizione terribile». Ed ecco perciò la notte come momento per una visione di cosa è la città e di come potrebbe/dovrebbe diventare. A «Luc» piace questa dimensione «dimenticata della città, terreno sconosciuto. Io sono nato in Lorena, terra di siderurgia, dove il sole aveva sempre un colore rosso. La mia famiglia s?è divisa tra il lavoro in acciaieria e quello nella boulangerie. Viveva di notte, dormendo solo poche ore. E, poi, ho lavorato sulla mobilità nelle città e ho visto come sia pensata per una giornata corta, di 6/8 ore. Anche quando le attività del giorno entrano nel tempo della notte». Una radiografia è indispensabile per poter fare una diagnosi anche di una città, secondo alcuni «malata», per esempio, di Movida, secondo altri, «insicura» oppure «grigia e buia».
D'Amico Paola
Pagina 05
(16 dicembre 2013) - Corriere della Sera
vendredi 13 décembre 2013
Luc Gwiazdzinski , Géographe: Interview sur la ville sensible, Luc Gwiazdzinski,...
Luc Gwiazdzinski , Géographe: Interview sur la ville sensible, Luc Gwiazdzinski,...: Interview sur la ville sensible et l'émotion, Luc Gwiazdzinski, Site Naked Town sur l'urbanisme http://www.naked-town.com/#!int...
Interview sur la ville sensible, Luc Gwiazdzinski, Naked Town
Interview sur la ville sensible et l'émotion, Luc Gwiazdzinski, Site Naked Town sur l'urbanisme
http://www.naked-town.com/#!interviews/c1n0f
Naked Town, nouveau site sur l'urbanisme
Naked-Town est né d'une collaboration d'étudiants de la cité des Territoires à Grenoble. Au travers de différents outils et thématiques, ce site a pour but de questionner la ville. Nous proposons en particulier de confronter la réalité urbaine à des discours scientifiques et artistiques. Nous cherchons à faire le lien entre les connaissances théoriques et le terrain par le biais de photographies, vidéos ou autres représentations artistiques.
Gaspard Landel et Rémi Avril
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